Festa dei Patroni Diocesani, San Cassiano e San Vigilio omelie 26 aprile 2020

Ore 9: festa dei patroni diocesani Cassiano e Vigilio – messa dal duomo di Bressanone con il vescovo Ivo (streaming video)
A causa dell’emergenza Covid-19 le Sante Messe si svolgono senza concorso di popolo. Il vescovo Ivo Muser celebra quindi sempre dal duomo di Bolzano o dal duomo di Bressanone. Le celebrazioni sono trasmesse da Radio Sacra Famiglia-inBlu e da Radio Grüne Welle, anche in streaming video sul canale Youtube di RGW e sulla homepage della diocesi. leggi di più…


Santa Messa dalla Cappella della Prepositura con dTimothy alle ore 18:30

San Cassiano (†304)
Le notizie più antiche su Cassiano sono riferite da Prudenzio, nei primi anni del V secolo. Secondo la tradizione San Cassiano visse a Imola nella seconda metà del IV secolo e si guadagnò da vivere come insegnante. Fu nominato vescovo dal patriarca di Aquileia, che lo inviò in Tirolo per evangelizzare la popolazione. Tornò poi ad Imola e continuò ad insegnare. Proprio i suoi studenti ne provocarono il martirio: nel 304 lo uccisero con gli stiletti usati per incidere le loro tavolette di cera. Questo racconto è stato confermato dalle recenti ricerche effettuate sulle ossa del cranio del santo, conservate ad Imola.

San Vigilio (†400)
San Vigilio è il patrono dell’arcidiocesi di Trento e compatrono della diocesi di Bolzano-Bressanone dal 1964, anno in cui furono ridisegnati i confini diocesani.
Figlio di una nobile famiglia romana, divenne vescovo da giovane. Organizzò secondo la struttura ecclesiale la comunità cristiana di Trento e predicò il Vangelo fino alle porte di Bolzano. La tradizione racconta che fu lapidato per aver gettato a terra l’immagine di un dio pagano. I suoi resti si trovano nella cattedrale di Trento; nel 1989 una reliquia fu donata al duomo di Bressanone.

Prima lettura At 2,14.22-33 Non era possibile che la morte lo tenesse in suo potere.
Salmo responsoriale Sal 15 Mostraci, Signore, il sentiero della vita.
Seconda lettura 1Pt 1,17-21 Foste liberati con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia.

+ Dal Vangelo secondo Luca 24,13-35
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Parola del Signore

18:00 Omelia di don Mario
18.30 omelia di don Timothy

Canti della Messa delle 18:00

L’UNICO MAESTRO

Le mie mani, con le tue possono fare meraviglie,
possono stringere, perdonare e costruire cattedrali.
Possono dare da mangiare e far fiorire una preghiera.

Perché tu, solo tu,
solo Tu sei il mio Maestro e insegnami 
ad amare come hai fatto Tu con me se lo vuoi
io lo grido a tutto il mondo che Tu sei,
l’unico Maestro sei per me.


I miei piedi, con i tuoi, possono fare strade nuove 
possono correre, riposare, sentirsi a casa in questo mondo. 
Possono mettere radici e passo passo camminare.     Rit.

Questi occhi, con i tuoi, potran vedere meraviglie, 
potranno piangere, luccicare, guardare oltre ogni frontiera. 
Potranno amare più di ieri, se sanno insieme a te sognare.    Rit.

Tu sei il corpo, noi le membra, noi siamo un’unica preghiera, 
Tu sei il Maestro, noi i testimoni, della parola del Vangelo. 
Possiamo vivere felici, in questa chiesa che rinasce.     Rit.

Alleluia: TUTTO IL MONDO DEVE SAPERE

RIT:     Alleluia, alleluia, al –le lu-u ia
Alleluia, alleluia, al –le lu-u ia 

3. Alba di un tempo diverso:
è il mattino dei mattini dell’universo.
Tutto già profuma d’eterno; c’è il Risorto fra noi.
E le sue piaghe e la gloria
sono vive dentro la nostra storia, 
segni di un amore che resta qui per sempre, qui con noi.
Rit.  (2)

ECCO QUEL CHE ABBIAMO

Rit:     Ecco quel che abbiamo nulla ci appartiene ormai
ecco i frutti della terra che tu moltiplicherai
Ecco queste mani puoi usarle se lo vuoi
per dividere nel mondo il pane che tu hai dato a noi.

1.Solo una goccia hai messo fra le mani mie,
solo una goccia che tu ora chiedi a me.
Una goccia che in mano a Te, una pioggia diventerà
e la terra feconderà.           Rit.

2.Le nostre gocce, pioggia fra le mani Tue
saranno linfa di una nuova civiltà
e la terra preparerà la festa del pane che
ogni uomo condividerà.

Rit:     Sulle strade il vento da lontano porterà
il profumo del frumento che tutti avvolgerà
e sarà l’amore che il raccolto spartirà
e il miracolo del pane in terra si ripeterà.

PACE SIA, PACE A VOI

 “Pace sia, pace a voi”: la tua pace sarà
sulla terra com’è nei cieli.
 “Pace sia, pace a voi”: la tua pace sarà
gioia nei nostri occhi, nei cuori.
 “Pace sia, pace a voi”: la tua pace sarà
luce limpida nei pensieri
 “Pace sia, pace a voi”: la tua pace sarà
una casa per tutti.

 “Pace a voi”: sia il tuo dono visibile;
 “Pace a voi”: la tua eredità;
 “Pace a voi”: come un canto all’unisono,
 che sale dalle nostre città        Rit:

 “Pace a voi”: sia un’impronta nei secoli
 “Pace a voi”: segno d’unità
 “Pace a voi”: sia l’abbraccio tra i popoli
la tua promessa all’umanità.                    Rit:

QUALE GIOIA E’ STAR CON TE   

Ogni volta che ti cerco,
Ogni volta che ti invoco,
Sempre mi accogli Signor.
Grandi sono i tuoi prodigi,
Tu sei buono verso tutti,
Santo Tu regni tra noi.

Quale gioia è star con Te Gesù vivo e vicino.
Bello è dar lode a Te, Tu sei il Signor.
Quale dono è aver creduto in Te
che non mi abbandoni,
Io per sempre abiterò la Tua casa, mio Re.

Hai guarito il mio dolore,
Hai cambiato questo cuore,
Oggi rinasco, Signor.
Grandi sono i tuoi prodigi,
Tu sei buono verso tutti,
Santo Tu regni tra noi.             Rit.

Hai salvato la mia vita, 
hai aperto la mia bocca,
Canto per Te, mio Signor.
Grandi sono i tuoi prodigi, 
tu sei buono verso tutti, santo Tu regni tra noi.           Rit.

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