Papa emerito Benedetto XVI è tornato alla Casa del Padre

Benedetto XVI è tornato alla casa del padre alle 9,34 del 31 dicembre 2022. Con una «testimonianza di amore alla Chiesa fino all’ultimo», come aveva detto Francesco mercoledì scorso annunciando l’aggravarsi delle condizioni di salute del Papa emerito e invitando a pregare per lui. E così è stato. Benedetto XVI si è spento serenamente, chiudendo in preghiera la sua giornata terrena. La notizia della morte è stata data dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni: «Con dolore informo che il Papa emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle 9,34 nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano». Pochi minuti dopo veniva comunicato che dalla mattina di lunedì 2 gennaio, il corpo di papa Ratzinger sarà nella Basilica Vaticana per il saluto dei fedeli. Immediata la commozione di tutta la Chiesa e del mondo, per una notizia che, per quanto attesa, è comunque dolorosa. Restano di consolazione però le con cui, diverse volte Benedetto XVI aveva fatto riferimento alla sua nascita al Cielo.
Da Avvenire.it del 31.12.22 > leggi il testo completo

Benedetto XVI, il testamento spirituale

Pubblicato il documento redatto da Joseph Ratzinger il 29 agosto 2006

Se in quest’ora tarda della mia vita guardo indietro ai decenni che ho percorso, per prima cosa vedo quante ragioni abbia per ringraziare. Ringrazio prima di ogni altro Dio stesso, il dispensatore di ogni buon dono, che mi ha donato la vita e mi ha guidato attraverso vari momenti di confusione; rialzandomi sempre ogni volta che incominciavo a scivolare e donandomi sempre di nuovo la luce del suo volto. Retrospettivamente vedo e capisco che anche i tratti bui e faticosi di questo cammino sono stati per la mia salvezza e che proprio in essi Egli mi ha guidato bene. > leggi il testo completo

Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita. Anche se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo di spavento e paura, sono comunque con l’animo lieto perché confido fermamente che il Signore non è solo il giudice giusto, ma al contempo l’amico e il fratello che ha già patito egli stesso le mie insufficienze e perciò, in quanto giudice, è al contempo mio avvocato (Paraclito). In vista dell’ora del giudizio mi diviene così chiara la grazia dell’essere cristiano. L’essere cristiano mi dona la conoscenza, di più, l’amicizia con il giudice della mia vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte. In proposito mi ritorna di continuo in mente quello che Giovanni racconta all’inizio dell’Apocalisse: egli vede il Figlio dell’uomo in tutta la sua grandezza e cade ai suoi piedi come morto. Ma Egli, posando su di lui la destra, gli dice: «Non temere! Sono io…» (cfr. Ap 1, 12-17).
Cari amici, con questi sentimenti vi benedico tutti.
Benedetto XVI

Dalla Lettera del Papa emerito Benedetto XVI circa il rapporto sugli abusi nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga 06.02.22 > leggi il testo completo

COMUNICATO STAMPA 31.12.2022
Muser ricorda papa Benedetto: forte legame con la nostra terra

Papa Benedetto XVI conosceva molto bene l’Alto Adige: “A partire dal 1967 aveva più volte visitato la nostra terra – ricorda il vescovo Ivo Muser – da cardinale ha trascorso dieci vacanze a Bressanone, l’undicesima volta è venuto da Papa nel 2008. Durante questa visita, Papa Benedetto ci ha ricordato qual è la nostra vocazione: l’incontro tra lingue e culture”, così Muser esprimendo il cordoglio della diocesi. In segno di lutto per il papa emerito oggi alle 12 suoneranno le campane maggiori del duomo di Bolzano e del duomo di Bressanone.

“L’umiltà, il coraggio di servire: questa è a mio parere la chiave della personalità di Joseph Ratzinger, del suo pensiero, della sua teologia, del suo concepire il ministero, del modo in cui è stato il nostro Papa. Infine, ma non meno importante, le sue dimissioni volontarie e consapevoli dal ministero petrino sono un’espressione di questo coraggio di servire“: così il vescovo Ivo Muser ricorda il papa emerito Benedetto XVI, spentosi oggi (31 dicembre). 

“È una mia ferma convinzione: Joseph Ratzinger, papa Benedetto, è un Dottore della Chiesa del nostro tempo e ben oltre il nostro tempo! La sua morte renderà ancora più luminosa la sua teologia e il suo servizio alla Chiesa“: con queste parole il vescovo diocesano Ivo Muser ricorda il papa emerito Benedetto XVI.

Come vescovo della Diocesi di Bolzano-Bressanone, Ivo Muser ricorda in questi momenti “con grande apprezzamento e gratitudine quella parte della sua biografia e del suo pontificato che lo legano in modo speciale alla nostra diocesi: al nostro seminario, a Bressanone e alla sua cattedrale, alla Chiesa locale e a tutta la nostra terra.“

Joseph Ratzinger conosceva molto bene e amava l’Alto Adige: per anni ha coltivato rapporti puntuali con le persone della nostra terra. “Dal 1967 – ricorda infatti monsignor Muser – è venuto più volte a Bressanone e da qui ha visitato vari luoghi della nostra provincia. Da cardinale ha trascorso dieci vacanze a Bressanone, ospite del nostro seminario. L‘undicesima volta è venuto da Papa: dal 28 luglio all’11 agosto 2008.“
Il vescovo sottolinea ancora che nel ricevere la cittadinanza onoraria di Bressanone, il 9 agosto 2008, “papa Benedetto aveva voluto ricordare alla città e alla nostra terra qual è la nostra vocazione: l’incontro tra lingue e culture, di cui oggi abbiamo tanto bisogno. Sappiamo che non è sempre facile, aveva detto nell’occasione il Papa, ma che è sempre fruttuoso e porta doni. Questa vocazione aiuta tutti e ci rende più ricchi, più aperti e più umani”. Aveva pronunciato parole significative anche nell’incontro con il clero altoatesino: “Ci ha parlato della sua grande convinzione che ragione e cuore, bellezza e verità si toccano, ma ci ha anche ricordato che la disponibilità e la capacità di accettare la sofferenza e coloro che soffrono sono la misura della vera umanità“, rimarca oggi Muser.
Il vescovo esprime profonda riconoscenza verso il pontefice scomparso, un grazie personale e a nome della diocesi: “Gli incontri che ho avuto ancora con il Papa emerito negli anni successivi alle sue dimissioni appartengono ora a un tesoro di ricordi per me speciale e prezioso“, conclude Ivo Muser.

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